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Ma i dentifrici sono sicuri?

Da una ricerca condotta dalla rivista IL SALVAGENTE nel giugno 2025, su 20 dentifrici di uso comune acquistati in negozi e supermercati, è emersa la presenza, in molte paste dentifricie, di:

  1. Metalli pesanti: 90% piombo, 65% arsenico, 50% mercurio e cadmio, oltre al biossido di titanio (ancora più pericoloso).
    Alcuni di questi metalli sono altamente tossici nel tempo, perché si accumulano nell’organismo (tossicità cumulativa), causando disturbi a fegato, reni, sistema nervoso (soprattutto nei bambini e nelle donne in gravidanza) e aumentando il rischio di tumori, anche localizzati sulle mucose per contatto diretto (guancia, lingua, gola). Inoltre, esistono correlazioni scientifiche con problemi intestinali e alterazioni nel controllo della glicemia.
  2. Coloranti (per rendere l’aspetto più gradevole a fini di marketing) e aromi chimici, ad esempio per conferire un gusto fresco.

Come avviene la contaminazione?

Spesso direttamente dai tubetti in plastica o dai processi di lavorazione delle paste dentifricie. Nessun dentifricio in commercio ne è completamente esente, anche se quasi tutti presentano percentuali di concentrazione al di sotto o al limite delle soglie di riferimento stabilite dall’OMS e dagli organismi competenti.
Il problema principale resta l’accumulo nell’organismo di queste sostanze. Va sottolineato che il biossido di titanio è completamente vietato.

È comunque vero che molte aziende stanno iniziando a produrre dentifrici senza queste sostanze, soprattutto gli sbiancanti, che stanno sostituendo il biossido di titanio con carbonato di calcio o bicarbonato di sodio.

Vantaggi e svantaggi dei dentifrici:

  • Anticarie (al fluoro): aiutano a rafforzare lo smalto, ma è importante non esagerare. In particolare, i bambini sotto i 6 anni non devono usare paste con una concentrazione di fluoro superiore allo 0,05%.
  • Sbiancanti: spesso contengono particelle abrasive (come silice o carbonato di calcio) o ingredienti chimici come il biossido di titanio. Sono molto aggressivi e andrebbero usati alternandoli a dentifrici neutri, in base allo stato di salute orale. Gli anziani e i ragazzi fino ai 14 anni dovrebbero evitarli per l’eccessiva abrasione.
  • Per denti sensibili: contengono sali di potassio, fluoruro stannoso, idrossiapatite. Sono efficaci fino a un certo punto: alleviano il dolore ma non risolvono la causa (come colletti scoperti, retrazioni gengivali, carie).
    Se la sensibilità non scompare entro 15-20 giorni, è necessario rivolgersi al dentista.
  • Antiplacca o antitartaro: prevengono la calcificazione e rimuovono la placca grazie ad agenti antibatterici come il pirofosfato di sodio. Tuttavia, l’uso prolungato è dannoso per la flora batterica sana della bocca, può favorire gengiviti e irritazioni delle mucose. Non vanno usati sotto i 14 anni.
    Fate sempre un controllo annuale dall’igienista e prestate attenzione anche alla dieta, al reflusso gastrico, alle bibite gassate e al fumo, incluse le sigarette elettroniche.
  • Clorexidina: massimo allo 0,20%, da usare solo nel post-chirurgia o in caso di gengiviti, su indicazione del dentista e per brevi periodi. Può alterare il gusto e macchiare i denti.

Attenzione

Tutto quanto detto sui dentifrici vale anche per i collutori in commercio. Nessuno mantiene le promesse di “igiene perfetta”, “sorriso smagliante” o “denti più bianchi fino a 6 gradi”… che non significa nulla.

Consigli pratici:

  1. Cambiate spesso dentifricio.
  2. Chiedete consiglio al dentista in base allo stato di salute della vostra bocca.
  3. Sciacquate sempre molto bene e usatene poco, solo l’indispensabile.
  4. Se altera il gusto, pizzica, dà una sensazione di “denti che tirano” o arrossa le mucose, smettetene immediatamente l’uso.
  5. Preferite collutori naturali a base di malva, camomilla, aromi naturali e… non credete troppo alla pubblicità!
  6. Usate sempre spazzolini elettrici.

Smile 😊